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Bozza Brambilla

Page history last edited by Alessandro Balzan 12 years, 2 months ago

Indice:

Intro

  1. POLITICA ENERGETICA /SOSTENIBILITA'
  2. INFRASTRUTTURE, TRASPORTI , TERRITORIO
  3. BANCHE, ASSICURAZIONI E FINANZA
  4. SISTEMA FISCALE
  5. ECONOMIA / LAVORO
  6. WELFARE – QUESTIONI DI GENERE E PARI OPPORTUNITA’
  7. ENTI LOCALI
  8. RIFORMA DELLA POLITICA /SEMPLIFICAZIONI DELLE LEGGI
  9. BENI COMUNI, AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
  10. SCUOLA, UNIVERSITA’, RICERCA
  11. SPESE MILITARI E PUBBLICA SICUREZZA
  12. INFORMAZIONE E CULTURA
  13. COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  14. ASSOCIAZIONI
  15. GIUSTIZIA E LEGALITA’ > DA FARE
  16. ISTITUZIONI EUROPEE > DA FARE
  17. SANITA’> DA FARE

 

 

La proposta della società civile per un futuro migliore.
Superare la crisi con una nuova visione e una nuova strategia.

a cura di Roberto Brambilla e Lara Benazzi (con il contributo di tante altre persone)

Le parti sociali, il governo stanno definendo provvedimenti economici che riguardano la vita e il futuro di tutti gli italiani. Ancora una volta vengono chiesti sacrifici che faranno soffrire molte persone, ancora una volta si stanno facendo passare provvedimenti che consolidano interessi di pochi e vanno contro la volontà degli italiani espressa anche recentemente con i referendum di giugno 2011.

Noi firmatari di questo documento riteniamo che altre sono le scelte che andrebbero fatte.

Vogliamo un progetto comune e condiviso che punti in alto, che crei speranza e motivazione collettiva e che costituisca un preciso riferimento per le future politiche nazionali sociali, ambientali ed economiche.
Vogliamo un progetto che sia fatto sulla base della ricerca del bene comune e non sulla base della ricerca del consenso per fini elettorali di questo o quel gruppo di interesse.
Vogliamo poter sperare adesso nel benessere per noi e le nostre famiglie.
Vogliamo essere certi che si stia voltando pagina.

A nostro avviso è triste constatare che:

  • si sta cercando di superare la crisi adottando la stessa logica e le stesse idee che l'hanno creata e quindi aggravando e rinviando i problemi anziché risolverli

  • la visione di chi sta trovando le soluzioni é ristretta alla filosofia economica dominante, ovvero quella del puro profitto e della crescita, che sta distruggendo il pianeta e impoverendo la maggioranza dei suoi abitanti.



Il succedersi negli anni di crisi economiche che mettono in gravi difficoltà le persone meno fortunate - ma ora anche larghe fasce dei ceti medi - richiede una nuova visione che superi l'idea che “più crescita” coincida con “più benessere per tutti” per il semplice fatto che NON E'VERO!

Occorre inoltre prendere coscienza:

  • che dietro il “mercato” ci sono sempre scelte e interessi di persone e che la Politica dovrebbe governare i meccanismi economici anziché subirli o lasciarli agire incontrastati;

  • che “pubblico” non vuol dire necessariamente “inefficienza” e che dietro le privatizzazioni c'è spesso un atteggiamento di rapina teso al profitto a breve termine;

  • che la ricerca costante dell'accumulo di ricchezza e di potere da parte dei singoli è una “malattia sociale” ; oltre certi livelli la ricchezza non è umanamente fruibile da parte di chi la possiede. Pensare di “porre un tetto alla ricchezza” non danneggia di fatto chi ha superato quei livelli;

  • che occorre affiancare al concetto di ricchezza privata il concetto di ricchezza sociale: la ricchezza privata senza una adeguata e diffusa ricchezza sociale perde senso

  • che l'esistenza di gruppi economici privati che hanno una disponibilità finanziaria equiparabile o superiore a quella di interi stati è una minaccia reale per la democrazia;

  • che per alcuni decenni le élite economiche grazie alla disponibilità di potenti mezzi di comunicazione sono riuscite a diseducare gli italiani al senso di cittadinanza puntando a renderli consumatori passivi e cittadini sfiduciati rispetto alle istituzioni. In questo modo si è attuata una strisciante ma continua erosione degli spazi di democrazia;

  • che vivere in una democrazia non è un fatto acquisito una volta per tutte, ma richiede ai cittadini un impegno costante che viene ripagato in termini di libertà e dignità e di una società con servizi migliori e più accessibili a tutti;

  • che i modelli tanto insistentemente promossi basati su competizione, individualismo, rincorsa al successo ed all’arricchimento personale, irresponsabilità sociale ed ambientale sono il migliore mezzo per disgregare la società creando le premesse per il vuoto esistenziale e l'infelicità;

  • che il consumo delle risorse naturali ad un tasso superiore rispetto alla loro rigenerazione naturale implica il peggioramento delle condizioni di vita delle generazioni future;

  • che fare politiche rispettose delle persone e dell'ambiente può portare a notevoli risparmi a lungo termine dovuti alla diminuzione delle spese statali per risanare disastri ambientali (es. alluvioni in zone dove si è costruito abusivamente o dove si è disboscato), per alleviare il disagio sociale (effetti delle droghe, psicofarmaci, devianza sociale ecc.), per contenere la microcriminalità, per la sanità (es. malattie dovute ad ambienti insalubri, al fumo ecc.);

  • che il pagamento delle tasse è la forma più concreta con la quale il cittadino dimostra di credere nello Stato in cui si vive e permette di avere un diritto reale alla critica e alla partecipazione alla vita amministrativa.





I concetti e i valori fondamentali che riteniamo indispensabili per superare l'attuale situazione di crisi e che devono guidare le scelte sono:

  • al centro della Politica deve stare il benessere delle persone, il rispetto della vita sulla Terra e non l'economia

  • un approccio multidisciplinare capace di cogliere la complessità del mondo e il valore delle differenze

  • la nonviolenza, la cooperazione e la solidarietà

  • la ricerca della verità (in senso Gandhiano) e della bellezza

  • la coscienza dei limiti ambientali del pianeta e dell'impossibilità di superarli

  • la valorizzazione dei punti di forza dell'Italia (ambiente, cultura e paesaggio, monumenti storici ed arte, sole, cibo di grande qualità, creatività, industria di grande livello qualitativo, ecc.) individuando programmi che creino risparmi immediati, posti di lavoro e sinergie

  • la ricerca costante di una maggior giustizia e legalità

  • il monitoraggio continuo dei risultati ottenuti rispetto al benessere fisico e morale dei cittadini con nuovi parametri di valutazione (indicatori di felicità www.oecdbetterlifeindex.org)

  • la ricostruzione del senso di cittadinanza e il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle scelte della comunità grazie alla democrazia diretta che deve integrare la democrazia rappresentativa

  • la messa in gioco, nel tempo, delle energie e risorse che gli esseri umani hanno in sé e che l'attuale sistema assurdamente competitivo della società tende a mortificare e dimenticare: occorre educare alla cooperazione.



Non si può vivere costantemente come se si fosse in una sorta di guerra perenne per la sopravvivenza. Le persone, nella società, devono trovare un ambiente sicuro e accogliente nel quale svilupparsi e dare il meglio di sé. Non si può neppure pensare di governare la società o di dar vita ad una qualsiasi attività economica senza un quadro di regole e valori stabili e con una classe politica in costante ricerca del consenso a breve termine e quindi disponibile ad assecondare le lobby più influenti.

Non tenere conto di quanto sopra esposto significa continuare a perpetuare un meccanismo che si è creato nel tempo con l'avallo di gran parte delle forze politiche che hanno governato sino ad ora. Ora, alla luce delle crisi che si ripetono da anni, occorre iniziare a decostruire gli aspetti perversi dell'economia per attivare percorsi per un più diffuso benessere grazie a un programma che abbia una logica, dia senso al viveree sia condivisibile dagli italiani.

La base su cui fondiamo questo nostro ragionamento è legata a semplici considerazioni di giustizia, di umanità e di conoscenza dei limiti di natura. Non condividiamo l'approccio che vede nella crescita la soluzione di tutti i mali. Riteniamo importante che si abbandoni la logica dei grandi eventi o delle grandi opere, come l’Expo 2015, il Ponte sullo stretto o la Tav in Valsusa e si torni ad una più sobria, più modesta ma più efficace politica di attenzione ai bisogni di base delle famiglie, come la salute, l’educazione e l’ambiente di vita: non mancano le intelligenze e le esperienze per cambiare rotta.

L'obiettivo dell'economia – che è una disciplina umana e non una scienza o una... religione! - deve essere quello di far vivere bene i cittadini.

In questo senso è irrinunciabile l'eliminazione della speculazione finanziaria a livello internazionale. Non è più accettabile che la vita delle persone nel mondo dipenda da un gioco d'azzardo in mano a pochi. Non è più accettabile che risorse pubbliche vengano messe a disposizione di chi, come le banche ed i grandi gruppi di investimento, si è reso responsabile di questo disastro globale.

E'necessario fare una profonda opera di informazione per far comprendere a tutti cittadini come si forma il debito pubblico, come vengono utilizzate le nostre risorse finanziarie, chi sono i creditori del nostro debito pubblico, il ruolo che dovrebbe avere (e non ha…) la Banca centrale, il significato della moneta e del signoraggio.


Occorre inoltre fare ogni sforzo per promuovere posti di lavoro nell'ambito delle attività che producano i minori impatti possibili e per favorire la creazione di imprenditorialità giovanile in modo da non sprecare le energie profuse all'atto della formazione. Servono riforme per quanto riguarda sia le forme che l’organizzazione del lavoro non certo per destrutturare i contratti nazionali o i diritti acquisiti ma per trovare nuove soluzioni in vista del benvivere ecc (dimensione locale, gestione più sobria e sostenibile, riduzione orario lavoro ecc).

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, chiediamoscelte di tipo strutturale e strategico diverse che vadano in direzione opposta rispetto all’attuale modello economico, abbandonando la mistificazione del “mercato” e della crescita economica.


In particolare chiediamo che si preveda:

1. POLITICA ENERGETICA /SOSTENIBILITA': FARE DELL'ITALIA, PAESE DEL SOLE, UN LABORATORIO D'AVANGUARDIA DELLA SOSTENIBILITA'.

1. a - come conseguenza del recente referendum sul nucleare e di un semplice ragionamento economico, chiediamo il lancio di un piano nazionale per ridurre drasticamente il consumo energetico e la dipendenza da fonti energetiche inquinanti e fossili che costituiscono una spesa per l'Italia (promozione del solare termico e fotovoltaico, eolico, riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano esistente, incentivazione generale dell'efficienza energetica, incentivazione della ricerca in questo settore) . In particolare:
a) Finanziamenti alla ricerca che porti alla sperimentazione di soluzioni in grado di gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili nella rete elettrica, agendo sia sul lato offerta che domanda.
b) Finanziamenti alla ricerca per tecnologie innovative nello sfruttamento delle fonti di energia rinnovabili.
c) Preparazione di piani e schemi di razionamento dell’energia (come di recente fatti in Inghilterra) per contrastare mancate forniture di energia fossile.
d) Pianificazione entro il 2015 un percorso normativo che imponga la classe energetica “A” (fabbisogno energetico minore di 15KWh/m2x anno) in tutte le nuove costruzioni

e) Aiuti ai pensionati che hanno pensioni al di sotto di una certa soglia sotto forma di contributi per il miglioramento energetico dei sistemi di riscaldamento o dell'involucro abitativo

1. b - il lancio di un piano nazionale per una efficiente gestione dei cicli della materia. Ridurre la produzione di rifiuti a monte, per recuperare materiali e rimetterli nella filiera produttiva. Il tutto supportato da studi di “Analisi del ciclo di vita”. In sintesi: si al recupero e al riuso, no all'incenerimento.

In particolare:
a) Fissare una percentuale massima (es. 30%) entro il 2015 di rifiuto indifferenziato per ogni comune e vincolare alcuni finanziamenti al raggiungimento della quota. Chiusura degli inceneritori in esubero rispetto ai limiti di rifiuti indifferenziati fissati.
b) Finanziamenti / incentivi ai comuni per sperimentare raccolte a “Rifiuti zero”.
c) Tassa all’origine su imballaggi, contenitori e prodotti usa e getta di entità legata ad indicatori derivanti da analisi del ciclo di vita e alle emissioni di CO2.
d) Promozione del compostaggio di qualità
e) Piano nazionale per la standardizzazione dei contenitori per liquidi in modo da poter decentrare stazioni di recupero, lavaggio e riuso. Ripristino del vuoto a rendere con cauzione. Creazione di stazioni di lavaggio e reimmissione dei contenitori in vetro

1. c- campagna nazionale di educazione alimentare per diminuire i consumi di carnespostandoli dall'allevamento intensivo industriale agli allevamenti estensivi biologici più rispettosi della dignità degli animali. Campagna per spostare la dieta su prodotti sostenibili valorizzando i prodotti alimentari di qualità a basso impatto sociale ed ambientale. In sintesi: mangiare meno, mangiare meglio e più sano.
1.d – il lancio di un piano nazionale per la sistemazione degli acquedotti italiani, per diminuirne le dispersioni e per aumentare – ove necessario - la fruizione dell'acqua pubblica
1.e – il lancio di un piano nazionale per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio secondo i principi della rinaturalizzazione (rimboschimenti rispettosi degli ecosistemi locali, coinvolgimento degli agricoltori nella cura del territorio ecc.)


2. INFRASTRUTTURE, TRASPORTI , TERRITORIO

2.a - lancio di un piano nazionale per la creazione di una rete “attraente perché comoda ed efficiente” di trasporti pubblici locali/regionali a favore dei pendolari, per la promozione del car sharing (macchine in condivisione) e del sistema Jungo (www.jungo.it)
a) Piano di riattivazione delle stazioni ferroviarie locali
b) Rimodulazione delle tassa di proprietà automobilistica in funzione del peso del veicolo e del carburante consumato al km e – nel momento in cui fossero disponibili le alternative sopra citate - del numero di auto possedute.
2.b - stop alle grandi opere che non siano più che convincenti dal punto di vista della sostenibilità ambientale ed economica e di un futuro a zero petrolio (fermare quindi EXPO 2015, TAV, Ponte di Messina ecc.) e usare queste risorse per sostenere attività strategiche come la scuola, la ricerca e la sanità pubbliche.
2.c - Revisione dei Piani Regolatori e dei Piani di governo del territorio finalizzata al risparmio del consumo di suolo che è la base della vita. Introduzione del bilancio ambientale nazionale per conoscere anno dopo anno lo stato del territorio e il suo utilizzo. Inventario nazionale delle case, degli uffici e dei capannoni vuoti. Tutela dei territori non costruiti.

2.d – Potenziamento del servizio idrogeologico e dei servizi nazionali per la prevenzione delle calamità naturali con metodi di rinaturalizzazione.
2.e – Progressiva revisione delle leggi urbanistiche per rendere indifferenti i privati rispetto alle diverse destinazioni dei terreni. L'eventuale aumento di valore delle aree deve tornare alla comunità locale.
2.e – Lancio di un piano nazionale per sensibilizzare all'uso della biciclettasia per il lavoro che per lo svago e turismo. Realizzazione di piste ciclabili finalizzate agli spostamenti di lavoro. Favorire l'integrazione trasporto pubblico - bicicletta



3. BANCHE, ASSICURAZIONI E FINANZA

3.a – approvazione di una legge per scoraggiare / eliminare la speculazione finanziaria a breve termine. Richiesta di un tavolo a livello internazionale ed europeo per rilanciare interventi in tal senso (es. Tobin Tax o tassazioni sulla speculazione come già avvengono in Inghilterra), per mettere in discussione il ruolo e le finalità dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, per eliminare i paradisi fiscali.
3.b. - rinegoziazione dei trattati bilaterali con i “paradisi fiscali” transitati dalla black alla white list dell’Ocse (in particolare la Svizzera).
3.c - riforma degli istituti di credito sull’esempio di Banca Etica: facilitazione del microcredito e facilitazioni per l'avvio di micro imprese per soddisfare problemi locali e dare sostentamento alle famiglie. Divieto alle banche di aprire filiali offshore.

3.d - educazione dei cittadini circa il fatto che non ha senso perseguire il profitto se questo non è innanzi tutto rispettoso della sostenibilità ambientale e sociale: che senso ha la ricchezza in un mondo devastato?
3.e - definire democraticamente una politica di uscita dal debito fondata su criteri sociali, ambientali ed etici e non solo contabili (es. Islanda). I cittadini hanno l'obbligo di restituire il debito solo se il denaro è stato utilizzato per perseguire il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse in linea con quelli applicati dalle banche centrali, perché sull'interesse comune non è lecito speculare. Per questo chiediamo un AUDITdel debito con la creazione di una commissione di indagine autorevole e imparziale che faccia luce sulle origini del debito e sulla legittimità di tutte le sue componenti, al fine di mettere a punto una proposta di riforma fiscale e della spesa pubblica per giungere a una stabilità finanziaria 

3.f No all’anatocismo delle banche

4. SISTEMA FISCALE

4. a - lotta all'evasione fiscale con educazione dei cittadini sul significato del pagamento delle tasse, lotta alla corruzione ; reintroduzione del reato di falso in bilancio, no a nuovi condoni.
4. b - tassazione progressiva dei redditi, ricerca della giustizia fiscale ovvero pagare tutti in funzione dei reali redditi
4. c - imposta patrimoniale una tantum del 15% sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e condonati attraverso lo scudo fiscale del 2003 e del 2009 a titolo di saldo del debito fiscale. Una imposta una tantum del 30% sui patrimoni “non scudati” detenuti nei paradisi fiscali, in modo da avvicinare la tassazione italiana alle medie delle analoghe misure prese nei principali paesi industrializzati.
4. d - politica fiscale (es. aumento dell'ICI sulle case non affittate) per indurre i proprietari a rendere disponibili le centinaia di migliaia di case sfitte evitando la costruzione di nuove case e la conseguente occupazione di prezioso territorio . Politiche per la calmierazione dei prezzi d'affitto.
4. e - tracciabilità, a fini anti-riciclaggio, dei pagamenti superiori a 1.000 euro e, a fini anti-evasione, dei pagamenti superiori a 300 euro; la comunicazione da parte delle imprese dell’elenco clienti-fornitori; la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa di abitazione.
4. f – semplificazione delle norme per il calcolo delle imposte. La maggior parte dei cittadini dovrebbe essere in grado di calcolarsi autonomamente le tasse da pagare.
Rendere detraibili tutti i documenti (es.fatture, scontrini parlanti, ecc.) di spesa
4.g – eliminazione delle centinaia di deduzioni, sussidi, contributi e incentivi a individui o aziende che alimentano interessi particolari

4.h – creazione di un catasto aggiornato di tutte gli immobili per poter fare un controllo “scientifico” circa il corretto pagamento delle tasse
4.i – introduzione di incentivi per coloro che pagano correttamente le tasse (es. introduzione di una lotteria statale tra coloro che hanno pagato correttamente il dovuto)
4.l – possibilità di pagare le tasse locali con il proprio tempo (es. servizi alla comunità)
4.m – disincentivazione dei giochi d'azzardo in generale, a maggior ragione se promossi dallo stato. Eventualmente premi più numerosi ma di minor entità. Repressione dei giochi d'azzardo non autorizzati.
4.n – alzare i prezzi delle concessioni relative a beni dello stato utilizzati per fini di lucro: frequenze per comunicazioni, frequenze televisive, utilizzo dei litorali, prelievo di acque minerali, ecc.


5. ECONOMIA / LAVORO

Dobbiamo per prima cosa dire ai cittadini di guardare in faccia la realtà e di COMPRENDERE le cause reali della crisi economica e dell’occupazione: automazione, delocalizzazione produttiva e importazioni di prodotti a basso costo, calo della domanda di prodotti di fascia media, saturazione di mercati maturi, riduzione degli investimenti produttivi.

L’attuale governo pensa di poter uscire dalla crisi puntando su liberalizzazioni e concorrenza ( taxi, farmacie, riforma ordini professionali, servizi pubblici, trasporto locale, strade, servizi postali, energia a partire da gas e benzina),alleggerimento delle modalità e accelerazione dei tempi per le nuove imprese, riduzione del costo del lavoro e flexsecurity: il tutto per aumentare il potere d’acquisto e far riprendere i consumi > vedere decreto legge del 24 gennaio 2012 n.1.

Le piccole-medie imprese (v. ad esempio l’associazione “Imprese che resistono”) chiedono misurea breve termine (blocco esecutività Equitalia, credito diretto alle imprese, riduzione IRAP, certezza dei pagamenti, IVA all’incasso, prolungamento CIGO) emisure a medio e lungo termine (nuovi studi di settore per micro e piccole imprese; revisione del sistema di tassazione delle imprese e delle persone fisiche e l’eliminazione dell’anticipo delle imposte; sospensione applicazione Basilea 2; deducibilità integrale interessi passivi).

Sostanzialmente non si mette in discussione il sistema economico basato sulla crescita e neppure si fa menzione al fatto che oggi siamo in una crisi da SOVRAPPRODUZIONE!

E’ arrivato il momento di discutere non solo di lavoro e flessibilità ma anche di CHE COSA PRODURRE (come sta accadendo in Germania, Francia, Svezia, Cina, Brasile) e COME.

A nostro avviso, le sicurezze sociali e il soddisfacimento dei bisogni primari non possono dipendere dal mercato, sono diritti fondamentali che devono essere gestiti e assicurati dal pubblico. La sfida e’ quella di individuare un sistema pubblico che permetta di dare il proprio contributo alla collettività (fiscalità, tassazione del tempo, ecc.) ricevendo in cambio i servizi e le sicurezze di base. Al mercato dovranno essere affidati i “desideri” (il surplus) come libera scelta della persona in modo da uscire dal meccanismo perverso per cui si possono avere le garanzie sociali solo se ci sono occupazione/consumi che generino gettito fiscale.
Chiediamo il ritorno all’economia produttiva schiacciata in questi anni dal peso sempre più crescente della finanza speculativa che ha messo in ginocchio molte aziende nel momento in cui, quotandosi in Borsa, hanno dato la priorità ai guadagni facili e immediati.

Un’economia produttiva, però, completamente ritarata sui bisogni primari delle persone e improntata alla sobrietà , da intendersi non come l’ennesimo sacrificio dei soliti noti ma come lo sforzo collettivo di dare all’iniziativa economica una effettiva utilità sociale, garantendo il rispetto dell’ambiente in nome della vivibilità e della salute umana, la tutela dei diritti umani, una maggiore equità nella redistribuzione dei profitti, come riconosciuto dalla nostra Costituzione.

Non di più, ma meglio e diverso devono essere le nuove parole d'ordine. Non si tratta di creare nuove fabbriche, ma di trasformare quelle esistenti per renderle più eco-compatibili e metterle in condizione di produrre ciò che serve secondo nuovi schemi di consumo orientati ai bisogni fondamentali per tutti e al riequilibrio ecologico. Trasformarle non solo da un punto di vista tecnico, energetico e produttivo, ma anche dell'assetto proprietario, delle forme di assunzione, dei tempi di lavoro, dei livelli salariali, dei diritti sindacali, tenendo a mente che il lavoro non è un costo da comprimere, ma una ricchezza da valorizzare.


Dobbiamo spiegare bene quali sono le nostre proposte concrete per gestire la transizione:

    • la riconversione energetica e industriale (quali settori chiudere, ridimensionare, trasformare; investimenti necessari per eventuali bonifiche, per la trasformazione degli impianti e dei materiali; posti di lavoro che andranno persi, come riassorbire chi perderà il posto di lavoro);

    • la riforma del mercato del lavoro: quali sono le nostre proposte per l’attuale sistema delle imprese in termini di contratti di lavoro, livello dei salari, ore lavorative, ammortizzatori sociali, tutela ai senza lavoro e misure volte a salvaguardare, dopo la riforma delle pensioni, a chi si troverà senza lavoro e senza pensione come coloro oggi in mobilità, tasse sulle imprese, credito alle imprese ecc.;

    • la creazione di posti di lavoro in attività che siano sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, dell’organizzazione. Quali sono le imprese “sociali” e le attività locali da prendere come esempio




Stessa riflessione per il IL LAVORO PUBBLICO e AUTONOMO;



Chiediamo quindi:
5.a - introduzione nelle valutazioni politiche di misuratori di benessere (Indicatori di felicità es. ) che siano in grado di monitorare il benessere dei cittadini e di misuratori di impatto ambientale (Impronta ecologica www.footprintnetwork.org ). Abbandonare la ricerca della crescita economica a tutti i costi, concentrandosi su una visione sistemica della società, in equilibrio con gli ecosistemi e le comunità umane.
5.b - approvazione di una legge sulla Responsabilità sociale di impresa per rendere trasparenti le attività delle aziende, in particolare rendendo pubblici gli assetti proprietari delle grandi compagnie; rendendo trasparenti le filiere (per provenienza, per caratteristiche delle varie fasi di produzione e per scomposizione dei margini del prezzo) in modo da poter permettere acquisti consapevoli e per limitare l'abuso delle catene di controllo delle aziende.
La "Responsabilità Sociale d'Impresa" serve per regolamentare il comportamento delle aziende (anche quelle a partecipazione statale) in relazione alle conseguenze che il proprio comportamento comporta sul piano economico, sociale e ambientale lungo tutta la filiera produttiva (rispetto dei diritti umani, dei lavoratori, protezione e salvaguardia dell'ambiente, protezione dei lavoratori e dei consumatori, salute dei cittadini, concorrenza, fiscalità, rispetto delle comunità locali). Una regolamentazione attraverso il Bilancio sociale obbligatorio, autorità di vigilanza nazionale e marchio di qualità del lavoro consentirebbe ai consumatori di premiare le migliori aziende rispettose delle regole e degli standard internazionali.
5.c- Introduzione di una rendicontazione paese per paese dei dati contabili e fiscali delle imprese multinazionali per impedire vari meccanismi (tra cui quello dei “prezzi di trasferimento” da una filiale all’altra) sfruttati per esportare i profitti.
5.d - anziché destrutturare i contratti di lavoro, impegnarsi per ridurre l'orario di lavoro nelle grandi aziende, favorire il part time e la conciliazione tempi di lavoro-tempi di vita.
5.e – controllo delle condizioni di lavoro rispetto alla sicurezza e alla salute
5.f - disincentivazione della delocalizzazione delle aziende; valorizzazione del prodotto di qualità fabbricato interamente in Italia secondo criteri sostenibili . Controllo dei prodotti di importazione verificando che siano stati rispettati i diritti dei lavoratori (es. no al lavoro minorile).

5.g - governo della transizione dei settori produttivi da chiudere / ridimensionare (es. armi, automobile privata, petrolchimico, allevamenti intensivi industriali), favorendo il passaggio a modalità produttive sostenibili (es. edilizia: bioedilizia, ristrutturazione dell'esistente e riqualificazione energetica; agricoltura biologica, produzione di microcogeneratori, ecc.).
5.h – facilitare grazie a corsi di aggiornamento il reinserimento dei disoccupati >OCCHIO AI TANTI CORSI DI FORMAZ. TRUFFA!
5.i - no a liberalizzazioni indiscriminate come ad es. l'ampliamento dell'orario di apertura dei negozi tradizionali per poter competere con la grande distribuzione poiché vanno a colpire soprattutto i diritti dei lavoratori

5.l - rilancio della piccola imprenditoria locale e solidale, dell’artigianato e dei negozi di vicinato; disincentivare e contenere l'apertura di negozi della Grande Distribuzione Organizzata.
5.m - sviluppo di economie a carattere locale con la promozione di filiere corte biologiche per dare lavoro sostenibile locale ;
5.n - sostegno ai Gruppi di acquisto solidale (GAS) e ai Distretti di economia solidale (DES) visti come reti di cittadini in grado di creare reti economiche a favore dei piccoli produttori rispettosi dell'ambiente e delle normative del lavoro e di ricreare relazioni sociali. Legge apposita per dare un quadro normativo ai Gruppi d'acquisto e ai Distretti di economia solidale
5.o - lancio di un piano nazionale per la promozione delle attività incentrate sul patrimonio culturale, artistico,paesaggistico e alimentare (il “petrolio italiano”) con particolare attenzione ad attività che diano ossigeno alle famiglie come la cura dell'ambiente, la micro ospitalità (es. B & B), le attività legate al turismo, al potenziamento della Rete di parchi nazionali, regionali e oasi protette ecc. Individuazione / creazione di strutture ricettive per rendere fruibile a tutte le fasce sociali la bellezza del paesaggio italiano. Tutto ciò anche in vista di una armoniosa formazione culturale e spirituale del cittadino. Facilitazioni per l'accesso alla fruizione per i meno abbienti.
5.p -Collaborazione tra le provincie e le scuole superiori per azione di sensibilizzazione dei giovani sulle opportunità professionali offerte dai settori sostenibili (ambiente, turismo, finanza etica, GAS)





6 WELFARE – QUESTIONI DI GENERE E PARI OPPORTUNITA’
6.1 – Riforma del sistema pensionistico

La riforma del sistema pensionistico deve tener conto del periodo non regolare e/o non sufficiente del versamento dei contributi a causa della disoccupazione e/o precarietà occupazionale. E’ irragionevole proporre oggi l’allungamento dell’età pensionabile per tutti a 67 anni sia perché non tutti i lavori sono uguali per fatica ed impegno sia perché il mercato del lavoro tende oggi ad espellere i lavoratori anziani. L’innalzamento dell’età pensionabile e la contemporanea abolizione delle pensioni di anzianità, mentre la disoccupazione continuerà a crescere anche in ragione della ristrutturazione messa in atto nel sistema industriale, non può che aumentare il numero di chi sarà privo di reddito non essendo né lavoratore né pensionato! Va quindi corretto il sistema contributivo per adattarlo alle nuove condizioni del lavoro garantendo un reddito dignitoso a tutti i cittadini anziani e una prospettiva pensionistica ai giovani, mettendo dei tetti a pensioni minime e massime, ripristinando la flessibilità dell’età di pensionamento. Vanno messi un tetto minimo e uno massimo alle pensioni. Bisogna scorporare il fondo previdenziale dal pagamento delle pensioni sociali e dei sussidi di disoccupazione, il nostro sistema previdenziale è fondamentalmente in equilibrio, solo un artificio contabile consente alla Corte dei Conti di affermare che è in deficit. Ma ciò dipende proprio dal fatto che il fondo previdenziale è usato anche per il pagamento delle pensioni sociali e dei sussidi di disoccupazione che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale. In realtà l'accanimento verso il sistema previdenziale non è dovuto alla sua debolezza, ma alla sua solidità,

6.1 a - Ribilanciamento delle pensioni d'oro. In particolare alcune di queste sono totalmente sproporzionate rispetto ai contributi versati in passato: non c'è quindi nessuna ragione per mantenerle al livello attuale.
6.1 b - Introduzione di meccanismi flessibili per la scelta della età in cui andare in pensione

6.2 - Non ci devono essere discriminazioni dovute al sesso, alla razza, alla religione, alle disabilità

6.2 a – promozione concreta delle pari opportunità tra uomo e donna nella società, della rappresentanza delle donne nella politica e nelle istituzioni,

6.2 b – informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sugli stereotipi di genere dell’uso dell’immagine e del corpo della donna nella pubblicità e nei mass media

6.2 c – potenziamento delle strutture pubbliche per la tutela della salute della donna e dell’uomo

6.2. d – prevenzione e sensibilizzazione in merito alla violenza sulle donne

6.2 e – promozione della cultura e della tutela dell’infanzia, prevenzione e contrasto alle forme di violenza sui minori

6.2 f – sostegno delle disabilità

6.2 g – sostegno alla famiglia e alla genitorialità


6.3. – Riforma della legge sull’immigrazione per facilitare l’inserimento degli immigrati nel tessuto sociale e produttivo nel rispetto della legalità, partendo dalle amministrazioni locali e dalla scuola. Occorre tenere presente che ogni persona alla quale si voglia consentire una vita dignitosa genera una impronta ecologica e che l'impronta ecologica italiana globale è già sbilanciata di un fattore 4 rispetto al nostro territorio: diventa quindi auspicabile fare iniziative per creare economie soddisfacenti nei paesi di origine cercando di prevenire il traumatico fenomeno della emigrazione.




7. ENTI LOCALI

7. a - messa in discussione della politica dei tagli agli enti locali e del patto di stabilità che induce i comuni a svendere il territorio per incassare oneri di urbanizzazione. La bellezza del nostro paesaggio è una risorsa economica nazionale strategica che va tutelata con decisione. I cittadini devono poter vivere in ambienti piacevoli, armoniosi e sicuri dal punto di vista dell'equilibrio idro-geologico.

Il federalismo non deve essere uno strumento di riduzione del debito con il trasferimento della crisi dal privato al pubblico e il taglio della spesa corrente in maniera lineare. Bisogna sostituire il Patto di stabilità con un “Patto di coesione nazionale” negoziato tra governo e Comuni in modo da non svuotare questi ultimi di quell’autonomia sancita dagli artt. 5 e 114 della Costituzione. L’attuale Patto di stabilità chiede agli enti locali un contributo costantemente straordinario non per la mera razionalizzazione e riduzione della spesa e degli sprechi ma per il processo di rientro del debito statale! Il federalismo non può essere slegato da una complessiva riforma fiscale, per cui si può pensare ad una modifica dei tributi locali solo se ci sarà una modifica degli assetti generali del fisco italiano. Gli attuali meccanismi di prelievo e la base imponibile prefissata rischiano di generare risorse insufficienti e prelievi iniqui. Bisogna alleggerire il carico sul lavoro dipendente (Irpef), aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, spostare una parte del carico fiscale sull’Iva, sui consumi, selezionando le varie tipologie di Iva, introdurre almeno in parte l’Ici sulla prima casa (rendendola magari detraibile dall’Irpef) mentre l’Imu sul possesso rappresenta un carico eccessivo sugli immobili delle imprese tale da costringere gli enti locali a far gravare il carico su tasse di scopo e di soggiorno. Il federalismo per avere una dimensione realistica necessita di una definizione dei fabbisogni standard, per poi procedere alla determinazione delle aliquote e dei cespiti da devolvere. Stabilire invece le aliquote della futura Imu e della cedolare secca prima dei fabbisogni rappresenta un salto nel buio. Infine, il federalismo non può essere solo finanziario, deve avvenire anche a livello istituzionale con il superamento del bicameralismo perfetto e una modifica delle sedi della rappresentanza istituzionale adeguata alla trasformazione del sistema di riscossione delle entrate. Ridefinire i contorni istituzionali dei poteri e delle funzioni pubbliche è un passo necessario se non si vuole scadere nel parlamentarismo centralistico. Tutto questo presuppone una grande riflessione a livello culturale: avviare una revisione costituzionale richiede una concezione dello Stato federale nella quale devono convivere senso dello Stato e appartenenza al territorio.

7.b – promozione dei processi partecipativi nelle politiche pubbliche e di tutti quegli strumenti di trasparenza (rendicontazione) e accessibilità alle informazioni

7.c. – riforma dell’istituto di responsabilità per danni all'ente locale da parte di chi governa o amministra


8. RIFORMA DELLA POLITICA /SEMPLIFICAZIONI DELLE LEGGI

8. a - diminuzione degli sprechi della politica. No ai parlamentari condannati, revisione dei rimborsi elettorali. Riduzione dei privilegi, degli emolumenti eccessivi, limite al numero di mandati: no alla politica come lavoro della vita, ecc. .

Chiarire nel dettaglio: indennità/diaria/spese di rappresentanza/vitalizi/doppi incarichi/impunità parlamentare/condanne gravi/privilegi vari/rimborsi elettorali.

Le limitazioni ai costi della politica vanno fatte tenendo ben presente però che la democrazia per funzionare ha bisogno di persone “appassionate” che se ne occupino e di strutture efficienti! No a un taglio drastico e non ragionato del numero dei parlamentari o della rappresentanza popolare negli enti locali, che potrebbe agevolare le lobby economico-finanziarie.
8. b - introduzione della democrazia diretta a livello comunale, regionale e nazionale (referendum propositivi per fare nuove leggi/nuove delibere; referendum facoltativi per confermare leggi fatte dal parlamento/delibere regionali-comunali; azzeramento del quorum; revoca del mandato). Tutto ciò permetterebbe ai cittadini di avere voce in capitolo nella conduzione dello Stato in cui vivono rimotivandoli ad occuparsene. La democrazia diretta non deve sostituire la democrazia rappresentativa, la deve integrare dando effettivo potere al popolo sovrano (art 1 della Costituzione). Dove la democrazia diretta esiste e funziona si riducono gli sprechi e i cittadini sono più partecipi, soddisfatti ed evadono meno il fisco.
8.c - legge sul conflitto di interessi
8.d – semplificazione delle leggi. La legge finanziaria deve tornare ad essere una legge relativa al solo bilancio dello stato e non una congerie di provvedimenti e norme per favorire questo o quella lobby. Le leggi devono essere comprensibili e prive di rinvi; le leggi modificate devono essere rese disponibili al pubblico con tutti gli aggiornamenti. I regolamenti attuativi devono essere fatti contestualmente all'emanazione delle leggi. Costante lavoro per l'eliminazione delle leggi obsolete e di accorpamento organico di quelle esistenti.
8.e – legge elettorale che ridia ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati. Introduzione delle primarie per la scelta dei candidati per tutte le liste elettorali.
8.f – Consultazione obbligatoria nell'iter per la promulgazione di una legge, delle associazioni che rappresentano i soggetti meno forti o privi di rappresentanza: portatori di handicap, bambini, anziani, animali.


9. BENI COMUNI, AMMINISTRAZIONE PUBBLICA

9.a - tutelare le sicurezze e i diritti fondamentali delle persone attraverso la sfera pubblica. Valutare la possibilità di una graduale introduzione di un reddito minimo di cittadinanza per far fronte alle emergenze
9.b - come conseguenza del recente referendum nazionale sull'acqua, legge per tutelare i beni comuni dalla mercificazione (acqua, istruzione, salute, ambiente ecc.) e per tutelare le municipalizzate che funzionano
9.c – introduzione nel settore pubblico dei programmi open source come Linux
9.d - parametrazione degli stipendi pubblici e privati (lo stipendio più alto deve essere al massimo n volte lo stipendio minimo). Riduzione drastica degli stipendi e dei benefit per i manager di aziende pubbliche e eliminazione delle buonuscite d’oro. No alle stock option ai dirigenti.
9.e - introduzione, a fianco delle consuete strutture direzionali, di forme dirette di controllo da parte dei cittadini circa i servizi resi dalle strutture pubbliche (educazione, sanità, trasporti, Tv di Stato, settore energetico ecc.) per eliminare gli sprechi e le inefficienze.
9.f – le nomine dei dirigenti delle strutture pubbliche devono essere effettuate sulla base delle competenze / esperienze maturate e non per appartenenza politica. Spostamento graduale, nel settore pubblico, delle procedure decisionali e gestionali dal principio di sfiducia al principio di fiducia. (Situazione attuale: “so che in quella posizione ruberai quindi – io Stato - ti pongo mille adempimenti burocratici da adempiere formalmente” ↔ Situazione auspicabile “io Stato ti do fiducia e quindi puoi agire più agevolmente ma ti punisco severamente e certamente se te ne approfitti e non lavori per il bene della comunità”)
9.g – analisi degli enti inutili (cosiddetti “carrozzoni”) e loro eliminazione
9.h – leggi per combattere la corruzione nella Pubblica Amministrazione considerando punibile con sanzioni molto pesanti (pari a quella prevista oggi per la concussione) la condotta del pubblico ufficiale che accetta/riceve denaro o una utilità non dovuti in relazione alle sue funzioni o compiti svolti. L’Italia non ha ancora ratificato la convenzione penale sulla corruzione deliberata dal Consiglio d’Europa e sottoscritta nel 1999 da numerosi paesi.

10. SCUOLA, UNIVERSITA’, RICERCA

10.a - sostegno all'università pubblica per renderla indipendente dal finanziamento dell'industria privata. L'università pubblica deve essere uno dei luoghi in cui la Politica possa trovare una valida e libera consulenza sulle scelte da compiere e nuove idee per il miglioramento della società. In particolare:
- Stanziamento di un piano che favorisca il rientro/non allontanamento dei “cervelli” nel campo della ricerca. Sostenere la ricerca in settori strategici quali: riduzione degli impatti ambientali e della sostenibilità, dei trasporti a basso impatto, dei farmaci di reale interessi della popolazione e non delle aziende del farmaco, nel campo della prevenzione delle malattie, ecc.
- Individuazione di un “quoziente di benessere famigliare” (abitazioni, terreni, auto…) per l’incremento delle rette universitarie degli studenti di famiglie benestanti in modo da permettere l'accesso all'università a chi ha meno possibilità. Chi può permetterselo può scegliere tra “pagare subito” oppure “un prestito da restituire in base al reddito conseguito dopo la laurea”.
- Ristrutturazione delle regole di gestione interna delle università: divieto di assunzione di famigliari; commissioni di valutazione per concorsi formate da docenti e ricercatori di altre Università/enti; finanziamenti e carriera in funzione di una valutazione oggettiva del lavoro svolto dai ricercatori, ecc…

10.b – la scuola deve essere il luogo dove in primo luogo si formano i cittadini (ricostruzione del senso di cittadinanza)e li si educa alla solidarietà, alla conoscenza dell'ecosistema e dei suoi limiti, alla capacità di apprezzare la bellezza della natura e dell'arte, all'intercultura alla cooperazione. Fondamentale è inoltre educare circa il fatto che il valore di una persona non è dovuto a ciò che indossa o possiede ma a ciò che ha dentro: sentimenti, conoscenze, valori. La formazione scolastica finalizzata “alla professione/occupazione” seppur fatta ai massimi livelli deve essere complementare, non prioritaria. Lo stato deve dare a tutti gli studenti meritevoli la possibilità di realizzarsi compiutamente grazie ad adeguate borse di studio.

10.c - applicazione concreta delle “educazioni trasversali”, partendo dall’educazione al senso di cittadinanza, e dal principio della formazione permanente affinché la scuola sia un laboratorio di partecipazione democratica e di progettazione sociale, politica, economica e culturale

11. SPESE MILITARI E PUBBLICA SICUREZZA
11.a - revisione / taglio delle spese militari investendo sulla cooperazione internazionale, sulla Difesa Popolare Nonviolenta e sul Servizio Civile Nazionale
FARE ESEMPI DI COSTI MILITARI DA TAGLIARE (sentire comitato nazionale Disarmiamoci)
11.b – in politica estera, sostegno ai luoghi della politica (quali le nazioni Unite) per evitare la supremazia dell’economia (come il WTO) e del potere militare di poche nazioni, facendo diventare il sistema di accordi e agenzie ONU il quadro fondamentale per un governo globale multilaterale.

Esercito ONU di professionisti + pensare a un corpo di polizia internazionale per prevenzione
11.c – lotta alla criminalità organizzata non solo a livello di repressione ma soprattutto a livello di prevenzione.
a) interventi per facilitare l'avvio di attività imprenditoriali legali nelle aree dove è più diffusa criminalità organizzata
b) creazione di commissioni per l'analisi degli appalti e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose



12. INFORMAZIONE E CULTURA
12.a. separazione netta dell'imprenditoria dell'informazione da altri tipi di interesse/potere. Un imprenditore dell'informazione deve guadagnare perché informa liberamente e bene, senza condizionamenti da parte di un particolare gruppo di potere economico
12.b. rivedere i contributi governativi all’editoria destinati ai quotidiani di partito
12.c. lancio di un piano nazionale per la promozione della musica e dell'arte e per la tutela del patrimonio artistico e culturale italiano. Tutto ciò anche in vista di una armoniosa formazione culturale e spirituale del cittadino. Facilitazioni per l'accesso alla fruizione del patrimonio artistico e culturale per i meno abbienti.
12.d – legge per contenere il dilagare della pubblicità in contesti dove l'utente non ha la possibilità di scegliere se “accettarla” o meno (es. video nelle banchine delle stazioni ferroviarie). Controllo da un punto di vista ambientale e sociale degli stili di vita presentati come auspicabili dalla pubblicità


13 COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

13.a - campagne nazionali di educazione sulla nonviolenza e sull'impronta ecologica, di educazione alla cooperazione tra le persone piuttosto che alla competizione.
13.b – prevenzione del disumano fenomeno della emigrazione grazie a iniziative per favorire lo sviluppo di attività economiche sostenibili nei paesi d'origine.


14 ASSOCIAZIONI

14.1 – L'associazionismo va sostenuto in quanto avvicina i cittadini all'impegno sociale e li induce a pensare in termini sociali e non individuali. Fa parte del disegno strategico fondamentale per la ricostruzione del senso di cittadinanza.

Fare una legge quadro per promuovere l'associazionismo trovando forme di sinergia rispetto alle linee strategiche di questo programma. Alle associazioni infatti potrebbero essere affidati alcuni settori (es. educazione ambientale, ecc.) a fronte di adeguati controlli sulla qualità dei risultati. L'Associazionismo non deve essere visto come una modalità a basso costo per ottenere servizi di qualità.


15. GIUSTIZIA E LEGALITA’ > DA FARE


    • tempi processuali

    • prescrizioni

    • reati e sanzioni

    • riforma carceri

    • giudici e magistrati



16. ISTITUZIONI EUROPEE > DA FARE

- politica monetaria, fiscale, finanziaria: bolle speculative, stabilità dei mercati, ruolo di BCE e Fondo Monetario, lobbies (compagnie private)

- sicurezza (v. sopra al punto spese militari e pubblica sicurezza)


17. SANITA’> DA FARE




Conclusione.
La sfida che le società della nostra epoca non sta nel superamento di nuove frontiere tecnologiche o economiche, ma nella ricerca di modalità per permettere a tutti gli esseri umani di vivere una vita soddisfacente e dignitosa in pace con gli altri esseri viventi e in armonia con la natura del nostro pianeta.

Per questo, nel rispetto delle specificità di ogni organizzazione firmataria, ci impegniamo a mettere in atto una grande e duratura iniziativa culturale per ricostruire il senso di cittadinanza degli italiani e per far prendere coscienza ai cittadini, sommersi da pubblicità, modelli e informazioni volti a trasformarli in consumatori passivi e in cittadini sfiduciati, che esiste la possibilità di tornare ad essere protagonisti.

Un altro mondo è possibile. Mettiamoci in rete, riprendiamoci il nostro futuro!

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